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Mappa di Sala Consilina del '700
Decorazioni sul portale del palazzo
Stemma Araldico sul portale
Il portale di palazzo Grammatico

NOTIZIE STORICHE

Notizie storiche sulla famiglia Grammatico

La realizzazione dell’edificio, risalente al 1722, si deve ai fratelli Grammatico nobile famiglia di Sala Consilina, di cui riportiamo in versione originale alcune notizie storiche dell’epoca:


Vicario D.FILIPPO GRAMMATICO

Prima dell’invasione si portò con altri in Roma, quando i Francesi erano colà; non molto tempo dopo tonacò la casa con tre colori, cioè il fondo bianco, le fasciature gialle e quelle di sotto turchina. Dopo abbattuta la Repubblica fu sfabricata la fasciatura turchina. Nel mese di maggio 1798 fu nella di lui casa in Sala D. Vinvenzo Origo di Sarno, che fu poi commissario repubblicano. Fu uno dei primi ad apporsi la coccarda repubblicana senza esservi ordine. Spargeva non esser vere l’approssimamente delle armi reali con disprezzo di queste ed encomie de’ Francesi. Disse che il Re non esisteva; procurò di persuadere il prete D. Cesare Pugliese a predicare a favore della repubblica. Non fu carcerato. Sopravvenne l’indulto de’ 30 maggio 1800.


D. Giov. Tommaso Grammatico

(come D. Filippo, ed inoltre:) In tempo della ribellione ha parlato contro i sovrani. Uscì all’incontro al Commissario repubblicano, che accolse in sua casa. Fece emanare il banno per le illuminazioni e per le apposizione delle coccarde tricolori. Dopo recise l’albero spedì con D. Nicola Bosco repubblicano un corriere in Napoli per la chiamata de’ Francesi. Spargeva non esser vero l’approssimamento delle armi reali con disprezzo di queste ed encomio de’ Francesi. Disse che il Re non esisteva. Disse da Tolone si spediva un’armata di quaranta navi per scacciare il re da Sicilia. Non fu carcerato. Sopravvenne l’Indulto de’ 30 maggio 1800.


D. Alberico Grammatico

Fu uno dei primi ad apporsi la coccarda tricolore senza aversi ordine. Spargeva non esser vero l’approssimamento delle Armi Reali, con disprezzo di queste, ed encomio de’ Francesi. Disse che il Re non esisteva, ricevè in casa sua il Commissario repubblicano. Non fu carcerato. Sopravvenne l’Indulto de’ 30 maggio 1800.
(da scritti di Storia Meridionale di Leopoldo Cassese, ed Pietro La veglia, Salerno 1970)


Notizie storiche sul Palazzo Grammatico

Nella via omonima è Palazzo Grammatico: di mole compatta, con antistante un largo spiazzo, è costituito di due corpi disposti ad angolo retto: sul lato breve è l’ingresso, che si fregia d’un maestoso portale ad arco in pietra scolpita a blocchi sovrapposti, alternamente quadrati e rettangolari in forma di riquadri incastonanti rilievi ornamentali e araldici;
dalle basi degli stipiti sporgono due teste leonine in preminente aggetto ch’espone intere le criniere, effigiate con vigoroso tratto plastico: sovrastano in successione verticale motivi e fiorami e rosoni; sul piano d’imposta dell’arco due oche, simbolo di fedele vigilanza, stanno a rispetto frontale;
sull’archivolte altre sculture florali, nel fastigio un volto giovanile con sottostante il titolo del proprietario e la data di costruzione, 1722, e imminente il bello stemma araldico cinto dalla corona baronale.
Sotto ogni base di finestra sono murate sculture conchiglie che accolgono entro l’incavo adorno dell’aperta valva la testa di un puttino, replicata sporgente a guisa di protome sotto i medaglioni laterali del davanzale, che sono tipici delle finestre salesi, adibiti per poggiarvi su tavole piatti e vasi con vivande e fiori d’ornamento ed erbette aromatiche, minuscoli giardini pensili. Le mensole che sorreggono gli sperti dei balconi sono parimenti in pietra scolpita sulla fascia delle volute con efficaci mascheroni e rilievi lineari di fronde.
Ai lati di magazzini a piano terra sono facce stilizzate e grottesca aventi tra labbra i ganci di ferro a cui si legavano i cavalli.
L’ insieme della fronte del Palazzo ha aspetto imponente nella mole uniforme punteggiata dalle sobrie aggiunzioni adornanti.
Il cortile ha un superbo scalone in pietra: adiacente è un giardino di breve area limitata da quinta di mura con un fianco di torrione possente. La veduta sulla Valle è dominante.

(da Splendori sul Vallo di Luigi Pica, ed. Cantelmi, giugno ’70)